lunedì 26 luglio 2010

CATENA VIOLA CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO



Il Popolo Viola annuncia la sua presenza in Piazza Montecitorio per i giorni 28 e 29 luglio, quando si terranno le manifestazioni indette dalla CGIL e dalla FNSI rispettivamente contro l’attuale manovra finanziaria e contro la “legge bavaglio”.

È molto importante non far calare l’attenzione su queste importanti tematiche che riguardano la popolazione tutta e sulle quali il governo spera di chiudere la partita appositamente subito prima delle vacanze estive, quando molti italiani sono già partiti per le ferie. “È per questo che è un dovere morale oltre che civico, far sentire la nostra voce” - affermano i Viola - “daremo vita ad una grande mobilitazione di 24 ore a supporto delle migliaia di lavoratori che a causa di questa manovra vedono a rischio il loro posto, così come di magistrati, editori e giornalisti contro una legge che rappresenta solo un ostacolo a tutto il comparto della giustizia, non consentendo di indagare e punire i colpevoli, e nemmeno di renderne noti i fatti senza limiti imposti dal governo”.

Il Popolo Viola si radunerà in Piazza di Montecitorio a partire dalle 22 del 28 luglio e sosterà in piazza fino a tutto il 29, dando vita a varie iniziative. Una delegazione del Popolo Viola Cuneo sarà presente e documenterà con foto e video. Chiunque fosse interessato contatti i referenti all’indirizzo e-mail
ilpopoloviolacuneo@gmail.com
                                                                                                                                   IL POPOLO VIOLA

lunedì 12 luglio 2010

CARTA ETICA

Qui sotto, abbiamo inserito la Carta Etica condivisa attualmente da 42 gruppi locali del Popolo Viola (di tutto il territorio nazionale) tra cui anche dal Popolo Viola Cuneo.

PRINCIPI

Il Popolo Viola riconosce la liberta' di parola/informazione e il rispetto della liberta' di opinione. La mancanza di informazione permette l’affermazione e la perpetuazione di regimi antidemocratici.

Il ruolo primario della libera informazione è fondamentale per il compimento (ed il mantenimento) di tutte le libertà, dei diritti e della democrazia.
Promuovere questa direzione è compito di ogni membro di ogni società.(Art.21 della Costituzione)

Il Movimento rivendica l’assoluta natura pacifica e l’assoluta AUTONOMIA, presente e futura, nei confronti dei partiti politici, associazioni, movimenti o gruppi sociali di qualsiasi genere.
Il Popolo Viola principalmente si riconosce nella Carta Costituzionale e ne difende tutti i principi fondamentali intangibili, nonche’ ne condivide i valori della Resistenza Partigiana antifascista che hanno contribuito a scriverla. 
Il Popolo Viola rifiuta ogni autoritarismo in tutte le sue forme, antiche o nuove, e tutti quei principi di violenza, esclusione, repressione, discriminazione che furono l'emblema del fascismo e che lo stanno, ancora oggi, indirettamente (o meno) legittimando. La resistenza è un esercizio quotidiano.

Il popolo viola crede nel diritto di ogni singolo cittadino di partecipare alle scelte democratiche del proprio paese. Pieno rispetto del suffragio universale. Favorire, informare correttamente e tutelare la partecipazione democratica di ogni cittadino alla politica.

“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (Art.4 della Costituzione)

Il Popolo Viola considera primaria azione di ogni società civile la tutela e a difesa di tutti coloro che, per ragioni economiche, fisiche, sociali, etniche, si trovano in condizioni di svantaggio e minoranza.

Il Popolo Viola rinnega ogni governo autoritario, combatte il razzismo e la recrudescenza razzista da esso introdotta. Il Popolo Viola difende la legalita’ intesa come valore di onesta’, etica e giustizia. 

REGOLAMENTO POPOLO VIOLA

Può aderire al movimento ogni cittadino che si riconosca e aderisca ai valori costituzionali.

Nel caso in cui il Popolo Viola volesse o ritenesse opportuno aderire a manifestazioni o iniziative di uno o più partiti politici lo potrà fare mantenendo la sua identità, ribadendo con forza la scelta apartitica del movimento e specificando le ragioni di tale adesione.

I cittadini e le cittadine che si riconoscono nel Popolo Viola possono riunirsi in gruppi locali, utilizzando gli strumenti che ritengono opportuni per portare avanti e trasformare in azioni concrete le loro idee.

Il nome 'POPOLO VIOLA' non può essere considerato proprietà di alcun soggetto singolo o associativo ed individua l'insieme dei suoi aderenti.

Nessun appartenente al Popolo Viola può attribuire proprie opinioni o dichiarazioni all'insieme del movimento se non esplicitamente condivise. Il Popolo Viola non ha finalità di lucro, non accetta né asseconda chi intenda perseguire al suo interno o utilizzarne il nome allo stesso fine. Il Popolo Viola non discrimina alcun appartenente a formazioni partitiche, associazioni o gruppi, purché il soggetto in questione non utilizzi il movimento come specchio di rifrazione dell’agire politico del suo partito e che le sue idee collidano con i valori presenti nella Carta Etica.

Il Popolo Viola, promuovendo la massima partecipazione di tutti i suoi membri al confronto di idee in tutte le forme possibili, sanziona il turpiloquio, condanna la violenza in ogni sua forma, l'uso di termini offensivi nei confronti degli interlocutori e la diffusione di notizie false e/o diffamatorie.

La Carta Etica puo’ essere sottoscrita da qualsiasi gruppo locale che lo condivida totalmente e potra’ essere modificata solo con l’approvazione dei due terzi dei gruppi e comunque solo in caso di significativi mutamenti sociali che la rendono obsoleta.

Nessun membro del Popolo Viola che sia candidato e/o ricopra incarichi a livello di partito potrà ricoprire incarichi all’interno del movimento, così da non creare spiacevoli situazioni di conflitti d’interessi ed evitare il verificarsi di situazione in cui sia messa in dubbio la totale autonomia e volontà d’azione del movimento.

Ogni singolo aderente al Popolo Viola è libero di aderire a qualsiasi altro gruppo o partito che egli ritenga coerente con i suoi ideali, ma questa appartenenza NON DEVE IN NESSUN MODO risultare influente nell’agire del movimento.

COMUNICAZIONE

Il Popolo Viola è nato sul web, quindi è quello lo strumento privilegiato di contatto e di gestione dei gruppi.
Gli amministratori e i referenti di ogni gruppo hanno il dovere di indicare il loro nome e cognome reali e non essere occultati da un sopranome.

Gli amministratori non hanno alcun particolare potere, hanno il compito di gestire gli strumenti di comunicazione, con un’attenzione particolare alle pagine internet, ai social network, ai link e alle immagini aggiunte dagli utenti, eliminando se necessario pubblicità, propaganda politica e commenti offensivi o inopportuni.

Gli amministratori delle pagine web sono tenuti a fornire risposte, ad accogliere proposte, a informare i cittadini sulle varie iniziative locali, regionali e nazionali.

Potranno essere bandite quelle persone moleste che insisteranno a disturbare, insultare, provocare, che faranno apologia di fascismo o inneggio al razzismo, che nonostante gli avvertimenti degli amministratori della pagina, insisteranno su tali comportamenti senza portare alcun contributo costruttivo al movimento.
Non potranno essere bandite persone per differenze semplicemente partitiche o ideologiche.

Allo scopo di gestire uno o più spazi telematici nazionali i coordinamenti regionali possono costituire un soggetto collegiale nazionale con funzioni analoghe.

GRUPPI E MOVIMENTI

I gruppi del Popolo Viola possono appoggiare, promuovere, aderire e pubblicizzare tutte quelle iniziative che riterranno utili e opportune per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo i problemi che affliggono la nostra società, a patto che non si discostino dall’identità del Popolo Viola definita dalla Carta Etica e dalla Costituzione italiana.

Ogni soggetto, singolo o associato, che partecipa a blog e dibattiti o rilascia dichiarazioni è tenuto a precisare la propria identità e l'eventuale ruolo svolto nel movimento.
I singoli gruppi si organizzano in attività collettive quali riunioni, manifestazioni, iniziative di vario genere, cooperazioni con altre associazioni no profit etc., allo scopo di migliorare la propria società e il proprio paese.

Ogni donna e ogni uomo che partecipi attivamente ad un gruppo ha diritto di esprimere la propria opinione, proporre iniziative e di partecipare mediante voto alle decisioni del gruppo di cui fa parte.

Ogni singolo gruppo è indipendente e autonomo.
È tenuto a seguire unicamente le indicazioni generali della Carta Etica del Popolo Viola e i principi della Costituzione. Ogni gruppo non potra’ avere diritto di veto su altri gruppi.

All’interno dei vari gruppi non potranno esserci figure dominanti con poteri superiori, ma solamente figure quali referenti o portavoce che verranno scelti democraticamente dai partecipanti attivi di ogni singolo gruppo.

Al solo scopo di facilitare i contatti interni e la visibilità verso l'esterno, generare sinergie organizzative e permettere il reciproco scambio di esperienze e conoscenze, gli appartenenti al Popolo Viola costituiscono coordinamenti regionali cui partecipano delegati di tutte le realtà locali.

I coordinamenti regionali possono designare uno o più portavoce incaricati di mantenere i contatti con i mezzi di informazione e/o altre associazioni e gestiscono gli eventuali spazi telematici collettivi regionali.

domenica 4 luglio 2010

IL NO BAVAGLIO DAY RACCONTATO DA CARLA


Dopo giorni di trattative Francesca, Giuseppe ed io abbiamo con entusiasmo deciso di partecipare al No bavaglio day di Piazza Navona a Roma, convinti che fosse importante prendere parte alla manifestazione principale piuttosto che alle tante organizzate nelle varie città italiane, compresa Torino. Probabilmente il nostro piccolo gruppo è stato l’unico del Piemonte ad andare a Roma e quindi ci siamo autoinvestiti anche di questa rappresentanza.
Armati di bandiera (artigianale), di magliette con la scritta “Popolo viola Cuneo”, di palloncini viola e soprattutto di rabbia e sdegno contro questa legge, siamo partiti da Savigliano alla volta di Roma. Tra noi, nonostante ci fossimo incontrati soltanto una volta, è stato subito feeling, accomunati dai medesimi ideali e da idee politiche della medesima area. Così, arrivati a Roma all’alba, di comune accordo abbiamo deciso di visitare la città seguendo un itinerario alternativo: il patheon in cui è sepolto il primo re d’Italia, il Quirinale, Palazzo Madama sede del Senato, Montecitorio sede del Parlamento, Palazzo Chigi sede del Governo, passando per Palazzo Grazioli residenza privata del nostro beneamato (!) Presidente del Consiglio, la sede del Pdl, il Ministero dei Beni culturali (un pensiero a Bondi non poteva mancare!) e le sedi storiche della DC e del PCI, senza tralasciare l’Hotel Raphael di craxiana memoria.
Tutte le sedi istituzionali citate erano ben presidiate dalla polizia (che in alcuni casi ci ha anche invitato a tenerci alla larga, forse perché dal mio zaino spuntava minaccioso un manico di scopa che fungeva da asta per la bandiera!) e assolutamente non visitabili. Questo ha accentuato in me il senso di lontananza delle istituzioni dai cittadini, che in realtà dovrebbero (fatti salvi i requisiti di sicurezza) poter accedere liberamente alle sale in cui si decidono le loro sorti.
Nel pomeriggio i nostri passi (tanti!!!) ci hanno portato a Piazza Navona dove si stavano terminando i lavori di messa a punto del palco e degli impianti audio. Quasi senza che ce ne accorgessimo, la Piazza, prima piena di turisti, ha iniziato a riempirsi di bandiere, di striscioni, di gente imbavagliata e con i postit sul petto. Alle note dell’inno d’Italia e alla lettura dell’art. 21 della Costituzione è iniziata la manifestazione. Gli interventi potete agevolmente leggerli e ascoltarli sul web. Cito soltanto, per la forza e la nettezza delle loro parole, il segretario del Siap (sindacato della polizia) che in rappresentanza anche degli altri sindacati delle forze dell’ordine, ha tuonato con forza contro questa legge sottolineando alcune gravi incoerenze come quella che permetterebbe di piazzare le cimici soltanto nei luoghi in cui si ha certezza che verrà commesso un reato. “Ma se noi sappiamo con certezza che in un determinato luogo si commette un crimine, facciamo irruzione, non mettiamo le cimici!” ha gridato con foga.
Altrettanto vibrante l’intervento di Giuseppe Giulietti di Articolo 21. “La mobilitazione contro la legge della vergogna e dell’oscuramento non dovrà conoscere soste, perché se qualcosa sta accadendo e forse accadrà questo è dovuto alla battaglia delle opposizioni, alla pressione della rete, alle decine di iniziative che si stanno svolgendo in tutta Italia e anche fuori.
La clamorosa censura arrivata dall’Ocse è anche la conseguenza di queste iniziative e della pressione di tutte le principali associazioni che, nel mondo e in e Europa, si occupano di legalità, di contrasto alle mafie e di libertà di informazione”, ha detto e queste parole ci hanno riconfermato nell’importanza di essere lì, nel significato della nostra presenza.
Così anche l’incipit del discorso di Stefano Rodotà: “Cittadine e cittadini, mi rivolgo a voi con questa antica parola che è parola di libertà…” ci ricorda e sottolinea che noi non siamo popolo, massa indistinta di persone, ma individui titolari di diritti, chiamati ad una cittadinanza attiva.
Poi la sorpresa più grande e più gradita: l’arrivo di Roberto Saviano, accolto da una vera ovazione, da un abbraccio caldo di tutta la piazza, tanto da fargli dire che tutti quegli applausi gli tagliavano il fiato! Saviano ha ricordato come questa legge non difenda la privacy dei fidanzatini, ma la privacy del malaffare e ha dato alla manifestazione un orizzonte più ampio, dicendo che lottare affinchè non sia compromessa in Italia la libertà di stampa e la libertà di indagare, lottare per difendere la democrazia in Italia significa non permettere che possa essere compromessa in Europa e nelle altre parti del Mondo. Ritornando al panorama nazionale ha detto di avere la sensazione che questa legge porti l’Italia a essere divisa non tra gli schieramenti politici, ma tra banditi e persone per bene. Non bisogna però cedere alla tentazione comune di dire che è “tutto una chiavica”, tutto uno schifo, ma resistere per permettere di raccontare e continuare a sognare un’Italia diversa perché, come diceva Danilo Dolci: “ciascuno cresce solo se sognato”.
E con questo sogno nel cuore siamo ritornati in quel di Cuneo, con la netta sensazione di vivere in un angolo davvero angusto e periferico. Non lasceremo però che il fuoco acceso da questa manifestazione si spenga in fretta.

sabato 3 luglio 2010

1° LUGLIO 2010 _NO BAVAGLIO DAY


Mercoledì 30 Giugno 2010, una piccola delegazione del Popolo Viola Cuneo è partita da Torino per recarsi a Roma. Tale piccola rappresentanza, formata dai tre referenti del gruppo locale (Carla, Giuseppe e Francesca), ha iniziato il viaggio con lo zaino sulle spalle ben fornito di gadgets (bandiere, bavagli, t-shirt e palloncini). La partenza da Roma era prevista per le 21.50 circa. Carla, Francesca e Giuseppe hanno incominciato a conoscersi, intessendo discorsi sulla vita, il senso della vita, l’amore, i rapporti, la politica. Tre persone diverse per esperienze e per età hanno trovato idee e speranze comuni. Arrivati alle 6.00 alla stazione di Roma Termini, i tre audaci avventurieri hanno deciso, avendo a disposizione un lauto tempo prima della manifestazione, di compiere un percorso politico in grado di guardare le strade, i palazzi ed i monumenti con uno sguardo rivolto alla storia politica degli ultimi anni.


Prendendo la metropolitana, si sono diretti al Quirinale, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica e simbolo dell’Unità d’Italia. Altri due palazzi che tracciano la democrazia nel nostro paese, sinonimi di dialogo, di discussione e di confronto, sono Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio. I rappresentanti politici si ritrovano in quei luoghi a disquisire sulle leggi. Hanno il potere legittimato, in quelle stanze, di cambiare gli assetti istituzionali e di modificare le nostre esistenze e quello dei nostri figli. A prova di quanto detto, sappiamo tutti quanto l’aspetto lavorativo, culturale, assistenziale, sociale, della giustizia incidano sulle nostre azioni quotidiane e sul nostro grado di ben-essere o mal-essere.
Un’altra tappa è stata Palazzo Grazioli, ossia la dimora privata del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. All’interno della maestosa abitazione, il nostro Presidente compie pratiche intime e riflette sulle sorti del nostro paese.
Il passato ha prodotto l’attuale presente e capire le ragioni che ci hanno condotto hic et nunc è necessario per poter produrre cambiamenti significativi laddove sia indispensabile. I tre partiti che hanno segnato la storia italiana sono la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano. Dei primi due sono state osservate le sedi storiche nelle storiche vie: “Via delle Botteghe Oscure”  e “Piazza del Gesù”. Carla, Giuseppe e Francesca hanno deciso di vedere con i propri occhi l’Hotel Raphael. Lì alcuni manifestanti avevano gettato delle monetine addosso a Craxi, urlando con concitato fervore una parola ripetuta per centinaia di volte: “LADRO!”.
I tre referenti del PVC si sono fermati alla sede dell’attuale partito di maggioranza “Il Popolo Delle Libertà”. Sopra l’uscio compare scritto “BENVENUTI”, a caratteri cubitali.
Alle 17.00 circa ha avuto inizio la manifestazione “NO BAVAGLIO DAY”, indetta dalla FNSI e promossa da decine di Associazioni (l’Arci, Libera, l’Anpi, le Agende Rosse, etc.) e dal Popolo Viola. Hanno anche aderito alcuni partiti dell’opposizione, come il PD, L’idv, Sinistra e Libertà, Il Partito Comunista e Movimento Cinque Stelle.  La manifestazione è stata voluta per riappropriarsi della Costituzione come strumento di libertà (Rodotà) e gridare il proprio dissenso nei confronti della Legge sulle Intercettazioni che nega il diritto all’informazione e alla Giustizia (diritti costituzionalmente protetti e garantiti). Tutte le migliaia di persone presenti hanno intonato le parole dell’inno d’italia, fieri di essere e sentirsi in quel momento italiani in patria. I tre cuneesi, ormai stravolti dalla stanchezza, si sono commossi ascoltando le parole di coloro che sono intervenuti sul palco, come la sorella di Stefano Cucchi, Stefano Rodotà, Curzio Maltese, Flavio Fammoni, Claudio Giardullo e...Roberto Saviano! 
Un’ovazione ha accolto Roberto Saviano. Persone con le lacrime agli occhi hanno esplicitato la propria riconoscenza e gratitudine a Roberto producendo un caldo suono con le mani. “Roberto! Roberto! Roberto!” e “Sei un grande!” e tanti applausi. Saviano ha detto: “Grazie a tutti. Tutti questi applausi mi tagliano il fiato. Raccontare quello che sta accadendo diventa sempre più difficile...ci viene raccontato che questa legge proteggerà la privacy..compromettere la privacy vuol dire compromettere tutto il resto. Questa legge non tutela la privacy...questa legge ha lo scopo di impedire di conoscere quello che sta accadendo...proteggere la privacy degli affari, dei malaffari! Non permettiamo di far passare queste cose come naturali, non è pensabile. Questa legge non avrebbe permesso a molti di raccontare gli affari che riguardano l’imprenditoria criminale. Ci stanno spingendo a dire “tanto tutto è uno schifo”. Questo non bisogna pensarlo! Resistere oggi vuol dire permettere di raccontare. Parlare al cuore delle persone. Resistere ad una grande immagine: sognare un paese diverso. L’Italia può crescere solo se iniziamo a sognarla. Ho parlato già troppo, grazie!”. Tale discorso ha aumentato speranze e disegnato una bozza di un’Italia diversa, un’Italia democratica. Sentirsi cittadini vuol dire sentirsi parte del cambiamento. Il 1° Luglio a Roma, Carla, Francesca e Giuseppe si sono sentiti proprio così: Cittadini consapevoli ed attivi!

 
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