giovedì 16 dicembre 2010

Lettera all'Onorevole Siliquini

Gentile sig.ra Maria Grazia Siliquini,
   Le scrivo mosso dall'indignazione che hanno generato in me la sua decisione e, più in generale, l'esito complessivo della votazione che si è tenuta in quel luogo dove, negli ultimi mesi, la sopravvivenza politica e giudiziaria dei singoli ha spesso relegato in un angolo l'onere legislativo. A titolo di premessa per ciò che segue, voglio sottolineare come, per formazione e tradizione famigliare, io appartenga alla cultura socialdemocratica nella sua declinazione dei partiti collocati a sinistra: tuttavia, ho sempre nutrito e continuo a nutrire rispetto per tutte quelle posizioni politiche che, pur se diverse dalle mie, sono fondate su VALORI, e in particolare per AN e per i valori sociali, appunto, che ha sempre sostenuto di difendere e che, a mio parere, dovrebbero essere patrimonio condiviso di ogni cittadino italiano: Dio pur nella libertà personale, inteso come spirito di solidarietà e giustizia), Patria (una e indivisibile) e Famiglia (intesa come insieme dei propri cari, indipendentemente dal loro sesso o grado di parentela di fronte allo Stato). Dalla nascita del FLI, anche valori più attuali come la laicità dello Stato, l'integrazione dei migranti, la solidarietà nazionale, la meritocrazia nel pubblico e nel privato, sono diventati parte integrante della destra "moderna". Ma un gradino più in alto di tutto, la nascita del FLI doveva rappresentare per me il tentativo di ribadire come l'ETICA, in termini di integrità morale, nel pubblico come nel privato, e onestà politica, debbe essere considerata LA stella polare, e questo valore debba essere condiviso a destra come a sinistra da chi, almeno nominalmente, intende la politica come uno strumento per il raggiungimento del bene comune. Ritenevo pertanto FLI e i suoi dirigenti, tra cui lei, gli ultimi paladini di questo "paniere" di valori all'interno di una coalizione dominata, in estrema sintesi, dagli interessi personali.
Il sentimento di genuino disgusto generato dagli eventi legati alla vita privata e pubblica del nostro Presidente del Consiglio deriva proprio dalla totale assenza di etica che tali comportamenti evidenziano. Avevo sperato che questo sentimento di disgusto avesse preso il sopravvento anche su di lei, come naturale conseguenza della sua tradizione e appartenenza politica, diventando più forte anche di quel "senso di responsabilità" verso la Nazione cui ultimamente troppi hanno fatto indegnamente riferimento. La decisione di decretare la prematura dipartita della creatura politica voluta dal Presidente del Consiglio, il PdL, sembrava confermare che i presunti valori della Destra non erano andati dispersi nel magma populista berlusconiano, e che anche a Destra c'era, diciamo così, speranza. La Sua decisione come evidente spegne sul nascere questa mia ottimistica speranza: la sua scelta odierna non può essere coerente, e cito le sue stesse parole, con "il rispetto della mia coscienza e il rispetto dei miei elettori di Torino", perchè suggella in modo definitivo il trionfo dell'egoismo sull'etica. Le invio pertanto questo mio messaggio di protesta, nella speranza di innestare in lei un germe di vergogna per la decisione presa, e auspicabilmente anche il germe del dubbio per le decisioni che sarà chiamata a prendere in futuro, prima che il posto da Vice Ministro o sottosegretario che presumibilmente le è stato promesso (valuteremo solo nei giorni a venire se l'appellativo di Onorevole che gli elettori le hanno accordato è meritato) la faccia tornare definitivamente in pace con la sua coscienza.

Conservando in me la remota speranza di sbagliarmi,  cordialmente saluto
            Luca S.


Carissimi amici, facciamo anche noi come ha fatto Luca. Spediamo la lettera presso l'indirizzo email
siliquini_m@camera.it
info@mariagraziasiliquini.it

Per chi volesse mandarla come Popolo Viola Cuneo, mandi all'indirizzo email ilpopoloviolacuneo@gmail.com le proprie generalità (nome, cognome, città di residenza)
Grazie a tutti!

Manifestazione PD

Sabato 11 dicembre,  il Popolo Viola Cuneo ha deciso di recarsi a Roma e scendere in piazza insieme al Partito Democratico. Quest’ultimo non ha mai appoggiato le nostre battaglie in difesa della Costituzione o contro la Legge “Bavaglio”. Ciò, però, non ci ha fatto avere alcun tentennamento nella scelta di aderire o meno alla manifestazione indetta dal maggior partito di opposizione. Il Popolo Viola chiede le dimissioni del Presidente del Consiglio dal 5 dicembre 2009 e finalmente non siamo gli unici a farlo.
Un anno fa, abbiamo lanciato un allarme, un allarme democratico. Ricordiamo che la realtà alla quale assistiamo è desolante, non solo per noi italiani. La crisi strutturale coinvolge aspetti diversi: culturale, valoriale, morale, economico, finanziario. In Italia la situazione appare ancora più drammatica. La politica dei palazzi è piena di leggi ad personam, processi in atto, corruzione, legami con la mafia, escort. Ci chiediamo: fin dove dobbiamo arrivare per ribellarci a tale stato di cose? “Ribellarsi è dura”, come scrisse Sartre, ma non possiamo adagiarci. L’opposizione tutta si deve unire. Il Popolo Viola intende collaborare con ogni gruppo, partito, associazione che voglia riprendere in mano il futuro della nazione.
Ringraziamo il Partito Democratico per essersi uniti alla nostra sfida e lo sollecitiamo a mostrare sempre più la sua vivacità politica, nelle piazze, nelle città e nel Parlamento.

Francesca Longobardi

Un cartellone della manifestazione

11 Dicembre: Insieme al PD


Uno slogan della Piazza
Tantissima gente, tantissime bandiere, tanta musica, ma poca sostanza. Si potrebbe riassumere così la manifestazione di sabato, indetta per chiedere le dimissioni di Berlusconi e finita con lo slogan "L'Italia che vuole cambiare".
Due cortei lunghissimi, ordinati, pacifici accompagnati dalla musica diffusa da camion discoteca che mettevano insieme le canzoni di Neffa e Jovanotti, con quelle di Rino Gaetano e di De Gregori. Una manifestazione mediatica, una dimostrazione di numeri, poca spontaneità e molto di partito. L'unico momento di popolo c'è stato quando la piazza ha intonato "Bella ciao" sotto il palco, ma Bersani l'ha subito smorzato dicendo che faceva freddo e bisognava andare avanti.
Bersani ha fatto il solito, lungo comizio pre elettorale, dicendo le stesse cose che dice da mesi, mettendo un freno all'irruenza dell'IdV ed elencando proposte programmatiche sul lavoro, l'economia e le riforme.
Per il resto se il cambiamento dell'Italia è affidato a uno spotamento al centro di Casini, come ha detto Bersani, e alle liberalizzazini, pur se con qualche correttivo per la sanità e l'istruzione pubbliche, allora siamo messi male.
Un discorso quello di Bersani fatto per unire tutte le anime del PD, per non scontentare nessuno, per non dare spazio alle polemiche e non ammettere i gravi errori e le gravi omissioni della sinistra (vedi il conflitto di interessi e la legge elettorale). 
Berlusconi e Bossi che mostrano il loro amore l'uno per l'altro
Temo però che questa unità di facciata durerà però giusto il tempo del voto di martedì, poi le varie correnti e i vari individualismi all'interno del PD verranno di nuovo fuori e invece di fare opposizione, torneranno purtroppo a guardarsi l'ombelico.
Carla Quaranta

Con le Agende Rosse

Il Popolo Viola Cuneo, in data 20 novembre, si è presentata davanti alla Procura di Milano per sostenere Antonino di Matteo e tutti i magistrati che lavorano, con spirito di sacrificio, perseguendo la giustizia e la verità. Il gruppo, inoltre, ha dimostrato con la sua presenza l'appoggio a quanto detto dal Sostituto Procuratore per difendere i colleghi di fronte alle continue accuse e all'estenuante attività di denigrazione ad opera del Governo.

giovedì 18 novembre 2010

Benvenuto a Schifani

Sabato 13 Novembre. Il Popolo Viola Cuneo, insieme ad alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle e ad alcuni amici di Libera (presidio Cuneo), ha deciso di recarsi davanti alla sede della Provincia per contestare Schifani in visita nella città. Con lo striscione “Parlamento Pulito” si è voluto fare una richiesta esplicita e chiara, ossia quella di esigere rappresentanti istituzionali degni del ruolo che ricoprono. Abbiamo deciso di non urlare, non fischiare, non usare alcuna parola offensiva. Abbiamo ripetuto come un’omelia l’articolo 54 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.” Ricordiamo che Schifani è indagato per concorso esterno alla mafia ed  è stato il fautore di leggi vergogna, come il lodo impunità del ’93. Le forze dell’ordine hanno fatto il proprio dovere con diligenza, senza cadere in abusi, e per questo hanno non solo la nostra più profonda stima ma anche la nostra gratitudine. Noi siamo dei cittadini onesti e pacifici che lottano per un’Italia democratica!

giovedì 28 ottobre 2010

16.10.2010 Noi stiamo con la Fiom! NO AI RICATTI, SI' AI DIRITTI!


Vi consigliamo di aprire il post...potrete vedere il video della manifestazione del 16 ottobre!
Buona visione!

giovedì 7 ottobre 2010

Comunicato Ufficiale


L'Italia non è una Repubblica fondata sullo sfruttamento.

Sabato 2 Ottobre eravamo a Roma per partecipare ad una grande manifestazione indetta per dire “basta” all'Italia di Berlusconi e per chiedere la realizzazione della Costituzione. Anche la FIOM era con noi in piazza.

Il Popolo Viola Cuneo e l'Associazione 17.03 sanno bene che il lavoro è il perno centrale della nostra Costituzione, come recita il celeberrimo incipit che noi tutti ben conosciamo.
Eppure, non solo i principi enunciati dalla nostra carta costituzionale riguardanti il lavoro hanno trovato soltanto parziale applicazione dal dopoguerra ad oggi, ma addirittura nel corso degli ultimi lustri, e in particolare in questi ultimi mesi, in tutta Europa e specie in Italia i diritti civili e sociali riconosciuti ai lavoratori sono stati posti sotto pericolosissimo attacco.
Concordiamo con l'idea della FIOM secondo la quale è in atto un utilizzo strumentale della crisi per smantellare la Legislazione sul lavoro, in un contesto reso ancora più grave dalla messa in opera di altre azioni regressive: dall'attacco alla Magistratura, alla Libertà di informazione, al Diritto di istruzione, allo Stato sociale.
È tempo di mobilitarsi. È tempo di dire “No” al ricatto del pane (briciole, per giunta) in cambio dei diritti.

Il 16 Ottobre, il Popolo Viola Cuneo e l'Associazione 17.03 aderiscono alla manifestazione nazionale indetta dalla FIOM a Roma.

Insieme per un Italia più libera, più giusta e realmente fondata sul lavoro.

Associazione 17.03
Popolo Viola Cuneo.

martedì 5 ottobre 2010

No B. Day 2


Il  2 Ottobre 2010, il Popolo Viola Cuneo è sceso nuovamente in Piazza. Vi proponiamo alcune riflessioni degli attuali referenti del gruppo.

Carla Quaranta
"Di questa manifestazione a cui abbiamo fortemente voluto aderire come gruppo Popolo viola Cuneo nonostante le divisioni, nonostante si annunciasse come un flop, vorrei sottolineare soprattutto un aspetto, che mi sembra importante in questi tempi di deriva leghista.
Nel tempo di attesa prima della partenza del corteo, durante la sfilata, nella piazza in cui tutti i gruppi confluiscono, io sento che l’Italia è una, che gli italiani sono un solo popolo. Sempre durante le manifestazioni a cui ho partecipato ho avuto occasione di parlare con altre persone, di scambiare opinioni o anche solo una battuta o un sorriso, e ho percepito la base comune: essere italiani, uniti non solo dalle medesime idee politiche, ma dagli stessi principi e valori, in pratica uniti dalla stessa Costituzione.
Persone della Sicilia, della Puglia, Basilicata, Umbria, Lazio, Veneto che senti istintivamente come fratelli, che sono come te. E improvvisamente cadono tutti i pregiudizi, gli stereotipi, i luoghi comuni che, senza neanche rendercene conto, ci portiamo dentro e su cui la Lega costruisce la sua propaganda.
Forse non è un caso che i partiti di destra puntino molto sulla paura degli uni verso gli altri, che ci dipingano il lontano come diverso da cui difenderci, che tentino di chiuderci in confini sempre più ristretti. Se seguiamo la loro logica non ci sentiamo più italiani, ma piemontesi, lombardi, laziali, ecc. Ma se ci apriamo, se ci confrontiamo, se marciamo fianco a fianco, sentiamo davvero di essere italiani, cittadini di una stessa nazione, consapevoli dei nostri diritti e dei nostri doveri.
Anche se manifestare servisse solo a questo, sarebbe già una grande cosa".

Francesca Longobardi
"La società civile scende in Piazza nella capitale per appropriarsi del proprio Paese e liberare la democrazia messa sotto assedio. Il Piemonte si riunisce attorno ad un unico slogan “Piemonte per la Costituzione. No Berlusconi. No Bossi. No Cota. “ e parte da Torino con l’orgoglio di chi non vuole abbassarsi al regime. Un regime che fa gli interessi della casta e non guarda ai bisogni del popolo, di quello stesso popolo che ingenuamente, distrattamente o inconsciamente l’ha messo nella posizione di distruggere ciò che duramente si era conquistato. Noi, il regime, non l’abbiamo mai voluto. Alcuni di noi l’hanno combattuto fin dal ’94, altri sono riesumati dal torpore silente solo l’anno scorso. Il 5/12 ha cambiato la vita di molti. Il Popolo Viola ha restituito quella perduta speranza e ha configurato una realtà diversa possibile, una realtà piena di diritti, di giustizia e di legalità. Scesi in piazza il popolo viola, da Bari a Genova, da Napoli a Torino, si è nuovamente incontrato. Ma non solo. Erano presenti associazioni, movimenti e partiti d’opposizione. Alcuni poltici, come Di Pietro, Vendola e Marino. L’antiberlusconismo per concretizzarsi necessita della forza resistente di tutti coloro che vogliono attuare l’alternativa. L’Associazione 17.03 (organizzatrice del pullman) ha proposto il suo monito: FACCIAMO GLI ITALIANI! L’Italia, a dispetto dei leghisti, è stata fatta. Ora, è venuto il momento di fare gli italiani. Antonio Gramsci nel 1917, in un articolo pubblicato sul settimanale “Il grido del Popolo”, dichiarava che in Italia “non si conosce il carattere” e sul quotidiano “Avanti!” rimarcava che gli italiani sono ipocriti e mancano di carattere. Non è stato l’unico. Piero Gobetti in “Energie nuove” denunciava la loro apatia, la mancanza di sincerità e di chiarezza nella vita pubblica. Noi per fare gli italiani non intendiamo appropriarci di tali vizi. Per noi, “Facciamo gli italiani” significa innanzitutto prendersi cura del proprio Paese, della propria amata patria. Essere, cioè, responsabili della propria storia, delle vie che si abitano, del territorio che si calpesta, della lingua che si parla."
                                                                                                                                 
Claudio Napoli
"Sicuramente una grande manifestazione al di sopra delle aspettative, sono felice che ci siano tantissime persone che ancora credono in un Italia migliore e per questo è sempre più necessaria la partecipazione di tutti. In fondo ciò che chiediamo è una cosa più che legittima, ovvero un Parlamento pulito da infiltrazioni malavitose e un'amministrazione che lavori in modo trasparente per il benessere comune. I media non hanno promosso l'evento cercando di oscurare le voci democratiche del paese. Non sono riusciti nell'intento. Noi continueremo a lottare per la nostra Italia"









Stefano Ponzalino
"Sono orgoglioso di esserci stato, sicuramente Berlusconi non si dimetterà e per molte persone non cambierà nulla, ma per me è cambiato molto; è stata la prima volta che ho fatto qualcosa di veramente importante non solo per me stesso, ma per il bene di tutti. Non siamo pochi come vorrebbero far credere, siamo molti più di quanto loro pensano. Per ogni persona presente sabato se ne possono contare altre centinaia se non migliaia che la pensano come noi, ma che non hanno coraggio, mezzi o semplicemente l’occasione per emergere. Il silenzio dei media è la prova lampante della paura che molti membri della classe dirigente attuale provano. Per loro i più non devono sapere nulla, deve rimanere tutto nel silenzio ed il nostro obiettivo dev’essere quello di rompere questo silenzio."





Ora, una nuova battaglia si apre nel nostro scenario democratico: la lotta per il diritto al lavoro! Il 16 Ottobre, appoggeremo la Fiom CGIL per dire NO AI RICATTI e SI AI DIRITTI!

mercoledì 29 settembre 2010

Libertà è Manifestare

Durante il pomeriggio di sabato 25 settembre 2010 in concomitanza del No B.Day 2 che si svolgerà il 2 ottobre 2010, la sezione del popolo viola di Cuneo ha svolto attività di volantinaggio nella città di Saluzzo. Attività volta appunto ad informare coloro che, per motivi di tempo o mancanza di strumenti, non sono ancora a conoscenza dell’evento che mobiliterà nuovamente, come accadde il 5 dicembre 2009, centinaia di migliaia di persone a Roma con l’obiettivo di esprimere il nostro dissenso nei confronti dell’operato dell’ attuale governo e in special modo per sottolineare l’inadeguatezza di una classe dirigente che dovrebbe affrontare i problemi dei cittadini, di tutti i cittadini, ma che di fatto da ormai troppi anni non lo fa più.Durante le operazioni di volantinaggio ho provato una sorta di stupore misto all’incredulità nei confronti delle reazioni delle persone contattate (forse essendo la prima volta, sono rimasto un po’ più colpito). Pochissimi erano a conoscenza di cosa fosse il popolo viola e il No B.Day. Escludendo le persone con idee profondamente diverse dalle nostre (politicamente parlando), sono emersi dei livelli di ignoranza (in senso buono) e rassegnazione molto alti. La gente ci chiedeva :” pensate che cambierà veramente qualcosa?”, “pensate che Berlusconi si dimetterà?” la sostanza del loro pensiero era semplicemente:” rassegnatevi, io sono con voi, ma non si può far nulla per cambiare le cose”. Questo pensiero diffuso non fa altro che darmi ancora più forza, mi convince che quello che sto facendo nel mio piccolo è giusto, perché come sono uscito io dalla passività lo possono fare molte altre persone. La questione a mio avviso stà proprio qui, bisogna coinvolgere, scuotere la mentalità delle persone con iniziative e manifestazioni simili al No B Day. Fin quando ci si limiterà a dire: “ io la penso come voi, vi sostengo con il pensiero…” non cambierà nulla, bisogna esserci con il corpo, bisogna farsi sentire nell’ unico modo civile che ci è permesso ossia MANIFESTARE!

Stefano Ponzalino

domenica 5 settembre 2010

FUORI LA MAFIA DALLO STATO!

Ieri a Torino il Presidente del Senato nonchè esponente di spicco del Pdl Renato Schifani è stato contestato da un gruppo di cittadini (Popolo Viola, Movimento 5 stelle, Agende rosse) al grido “fuori la mafia dallo Stato” e “fuori Schifani dal Senato”. Anch’io, insieme a vari amici del Popolo viola, (e di Resistenza Viola) ho preso parte alla contestazione. Al di là dei fatti di cronaca che potete tutti agevolmente leggere nelle diverse versioni sui quotidiani, vorrei soffermarmi sulle motivazioni che mi hanno spinto ad andare a Torino. E le motivazioni sono parecchie… direi essenzialmente di testa e di cuore.
Nei giorni scorsi, anche spinta dalle sollecitazioni di Roberto (la frase di Kennedy: non chiediamoci cosa fa il Paese per noi, ma cosa possiamo fare noi per il nostro Paese) avevo individuato nel “non silenzio” uno degli strumenti per spingere l’Italia ad uscire dal regime berlusconiano e per attualizzare quel secondo comma dell’art. 50 del “Progetto di Costituzione” (corrispondente all’attuale art. 54), purtroppo non approvato dall’Assemblea Costituente, che recitava: “Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”.
Ed è proprio partendo dalla Costituzione che vorrei cercare di spiegare le motivazioni che mi hanno spinta e mi spingono a continuare a contestare.
L’art. 54 Cost. recita: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”
La fedeltà di cui parla la Cost. non è però la sottomissione propria dei sudditi nè l’obbedienza cieca dei servi. I cittadini non devono essere fedeli e basta, devono essere fedeli alla Repubblica, a quella Repubblica definita all’art. 1 democratica, fondata sul lavoro e sulla pari dignità di tutti i cittadini. Quindi accanto alla fedeltà e all’osservanza della Costituzione e delle leggi, c’è anche il dovere di resistere contro i poteri che cercano di stravolgere la Costituzione, che parlano di Costituzione materiale e che fanno leggi non per la res publica, ma a proprio uso e consumo.

Viene poi il 2° comma dell’art. 54: i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche (e sia Schifani che Fassino ci rientrano in pieno) hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore. Quindi chi ricopre funzioni pubbliche ha un dovere supplementare rispetto ai comuni cittadini. La disciplina di cui parla la Cost. non ha niente a che fare con la disciplina delle caserme, ma fa riferimento al rispetto delle regole, al servizio dovuto al bene pubblico e al divieto di trarne vantaggi personali indebiti. (art. 98 Cost.: “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione. Se sono membri del Parlamento, non possono conseguire promozioni se non per anzianità…”). L’onore poi non è certo quello mafioso o quello che fa riferimento al prestigio e al rango sociale. L’onore di cui parla la costituzione è strettamente connesso alla disciplina e significa quindi soprattutto onestà, spirito di servizio, l’essere al di sopra di ogni sospetto.

È quindi alla luce e sotto la guida della Costituzione che sono andata a contestare sia Schifani che il PD. 
Contesto Schifani che non svolge la sua funzione con disciplina e onore; che, pur ricoprendo il ruolo di seconda carica dello Stato, non prova nemmeno imbarazzo a parlare di Costituzione materiale e che, di fronte alle accuse di pentiti e testimoni, non sente almeno il dovere di chiarire, se non di dimettersi.
Contesto Schifani grande architetto di leggi-vergogna (suo il lodo dell'impunità per le cinque alte cariche dello Stato, varato nel 2003 e cancellato dalla Consulta nel 2004; sua la proposta di ripristinare l'immunità parlamentare e di estenderla addirittura ai consiglieri regionali, nonché quella di abrogare il concorso esterno in associazione mafiosa). Contesto Schifani che non ha mai perso occasione per attaccare il capo dello Stato Napolitano, l'ex presidente del senato Marini, l'ex presidente della Camera Bertinotti, l'ex presidente della Repubblica Scalfaro, il Csm e la Corte costituzionale; per cavalcare le peggiori calunnie su Telekom Serbia e Mitrokhin contro i leader del centro-sinistra. Contesto Schifani che, da perfetto cortigiano, nega l'evidenza e mente spudoratamente in difesa di Berlusconi e dei suoi complici, per coprire i peggiori misfatti. Contesto Schifani che ha sempre continuato ad infangare con epiteti irripetibili tutti i principali esponenti del centro-sinistra e chiunque osasse formulare anche la più timida critica al Cavaliere e alla sua banda, compresi in senatori a vita che osavano votare per Prodi (Schifani firmò un disegno di legge per privarli del diritto di voto).
Ma contesto anche il Pd, il maggior partito di opposizione (sic!), che invece di chiedere conto a Schifani dei suoi trascorsi mafiosi (ricordiamo che ha ben quattro procedimenti attualmente archiviati, non chiusi quindi, per mafia, non per favoreggiamento esterno, ma proprio per mafia!), invece di incalzarlo sulle varie leggi incostituzionali (Lodo Alfano, legittimo impedimento, legge bavaglio, ecc. ecc.), invece di protestare per le leggi ad personam e ad aziendam approvate da questo governo, invece di sollevare il problema del conflitto di interessi ingigantito dall’interim al Ministero dello Sviluppo economico, invece di opporsi ad una interpretazione alquanto libera della Costituzione da parte dello stesso Schifani (ricordiamo le sue frasi relative alla presunta elezione diretta di Berlusconi quale capo del governo), invece di sollecitare il governo ad occuparsi della crisi economica e sociale del nostro Paese, dei disoccupati, dei precari, invece di incalzarlo sulla perdita di prestigio internazionale dell’Italia anche a causa delle discutibili alleanze con Gheddafi e Putin, offre a Schifani e al Pdl l’opportunità di svolgere il loro bel comizio pre elettorale.
Contesto che il Pd, a forza di confronti democratici, di larghe intese, di alleanze cosiddette strategiche, abbia perso e perda il contatto con la base, che è fatta anche di Popolo viola, di grillini, di agende rosse e di cittadini che non ne possono più di tutto questo “politicamente corretto”. Fassino ha detto ieri che le contestazioni fanno solo il gioco di Berlusconi e vanno a suo esclusivo vantaggio. Io vorrei rispondergli che la loro politica ondulatoria, la loro opposizione super soft, non ha prodotto altro che un ventennio di berlusconismo. Forse è giunta l’ora di cambiare strategia!

giovedì 2 settembre 2010

CHI LOTTA PUÒ PERDERE

Il termine lotta riecheggia nelle nostre coscienze nei momenti di difficoltà e sconforto. Pensiamo di non avere vie d’uscita e poi un improvviso slancio vitale ci coglie. Parlando intimamente, diciamo: “Devo lottare! DEVO LOTTARE!” E così, cerchiamo di abbattere i demoni che vivono nelle nostre viscere e riaffermiamo la volontà di vivere. La lotta è sempre un dialogo tra facce opposte della stessa medaglia. Essa determina vincitori e vinti, quadagni e perdite, onori ed oneri. Male e bene, ad armi pari, si misurano nel mondo reale producendo conseguenze irreversibili. La lotta si può collocare in tre diversi livelli: intrapsichica (conscio e sub-conscio), tra individui (genitori e figli) e tra parti o classi contrapposte (operai e datori di lavoro, destra e sinistra).
La lotta come strumento per decidere è il meccanismo mediante il quale gli attori in conflitto mobilitano le loro risorse per costringere la controparte a compiere una scelta diversa da quelle che assumerebbe di propria volontà. Se ci fermiamo a pensare a casi concreti di lotta, ci vengono in mente “la lotta per la libertà”, “La lotta contro la mafia”, “La lotta per il pane”, “la lotta per la vita”, “La lotta contro la tossicodipendenza” e cosi via... La lotta è una svolta, è la rinascita ed è l’affermazione della propria dignità! Nella lotta, si possono perdere amici che si ritenevano cari, si possono perdere le speranze e la voglia di andare avanti. La lotta ci può decretare sconfitti, ma solo con la lotta diritti perduti possono essere riacquistati. Solo con la lotta, sudditi diventano cittadini! CHI LOTTA PUÓ PERDERE, CHI NON LOTTA HA GIÀ PERSO! (Che Guevara, motto dell'Isola dei Cassaintegrati)

Tratto da Il Giro Giusto

martedì 17 agosto 2010

28-29 LUGLIO: 24 ORE DI PROTESTA CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO

Noi, come rappresentanti del Popolo Viola Cuneo, ci siamo recati a Roma, dopo un viaggio estenuante in treno da Savigliano-Torino, Torino-Roma. Il viaggio durato dieci ore ha fornito la reale immagine di quanto sia difficile e faticoso essere cittadini consapevoli, porsi come agenti del cambiamento sociale e culturale. Alle 22.00 è iniziata la veglia notturna per vigilare sulla democrazia. Abbiamo acceso le luci della speranza ed intonato canti di resistenza. I gruppi locali (Cuneo, Roma, Bologna, Bari, Pistoia, Caserta, Trento, etc) si sono uniti, senza protagonismo alcuno, con il solo scopo di costruire quel NOI auspicato. Luigi Ciotti sostiene che il singolo cittadino non è da solo in grado di opporsi, se non unendo le forze con quelle degli altri, “affiancando competenze e progetti, agendo a ogni livello locale della vita pubblica senza scordare la coerenza nei comportamenti privati”. Rimembri di tale insegnamento, abbiamo affollato le piazze (con i pochi mezzi a nostra disposizione) per urlare il nostro dissenso alla LEGGE BAVAGLIO. La legge bavaglio prevede pesanti limitazioni nell’utilizzo delle intercettazioni per i reati ‘comuni’. Ciò, inevitabilmente, finirà con il pesare anche sull’accertamento dei reati commessi dalle organizzazioni mafiose. Inoltre, in assenza di un colpevole evidente le intercettazioni non verranno avviate con l’impossibilità di risalire non solo all’autore del reato, ma anche a tutto l’entourage criminoso. La notte è passata con qualche caffè, disquisendo sulla legge elettorale, sull’economia attuale e sul caso della Regione Piemonte. Augurando a noi stessi che la notte portasse consiglio ai Parlamentari ed al nostro Presidente del Consiglio, abbiamo riempito di senso la nostra presenza lì in quel momento. Dopo qualche ora di sonno nel camper adibito in Piazza Montecitorio, ci siamo svegliati pù tenaci di prima.

Alle 16.00 la manifestazione è stata aperta dal Presidente del sindacato dei giornalisti (FNSI). Poi si sono susseguiti altri illustri ed autorevoli esponenti dell’attualità, come Arturo Di Corinto (giornalista), l’ANPI, etc. e ovviamente un nostro portavoce del gruppo di Bari. Alla fine degli interventi, abbiamo intonato “Bella Ciao” e l’emozione mi ha tolto il fiato.
“Oh Partigiano portami via, che mi sento di morir. Se io muoio da Partigiano, oh Bella ciao bella ciao ciao ciao, tu mi devi seppellir...” . Infine, abbiamo preso completamente noi del Popolo Viola le redini dell’evento e ogni referente dei gruppi locali ha letto qualche pezzo dedicato a Peppino Impastato o brani sulla democrazia.
La catena umana ha fatto il giro della piazza. La catena umana contro l’incatenamento della giustizia e dell’informazione è servita per difendere la nostra democrazia! Il DDL sulle Intercettazioni è stato rinviato a settembre. Insieme abbiamo ottenuto una modesta vittoria!

Carla scrive:
Questa volta sono partita per Roma un po' demotivata: sia per motivi personali sia perchè delusa dalla scarsa (per non dire nulla!) partecipazione da parte degli altri gruppi piemontesi. Soltanto la profonda convinzione che, alla costanza con cui il Governo continuava a insistere per l'approvazione in tempi brevi di questo ddl fosse, non soltanto necessario, ma doveroso, rispondere con altrettanta tenacia, mi spingeva ad andare. Il mio insomma è stato più un atto di volontà che di passione. E così, orfane anche di Giuseppe, Francesca ed io abbiamo iniziato il lungo viaggio in treno per Roma. L'incontro con i gruppi locali, giunti da tutta Italia per la manifestazione, mi ha però completamente rinfrancata. Giovani e meno giovani stupendi, persone splendide con cui sono entrata subito in sintonia, come se li avessi conosciuti da sempre. Gianluca, Colly, Luca e Francesco di Roma, Francesco di Castellamare di Stabia, e poi Alessandro, Paolo, il gruppo di Bari, il gruppo delle Marche, quello di Bologna ... tutti insieme a fissare bandiere, ad attaccare manifesti, a tendere striscioni, ad accendere candele e lumini, a discutere di politica, a declamare articoli della Costituzione, a cantare Bella ciao, a gridare slogan, in un clima di collaborazione e di assolutà parità. Sono ritornata studentessa liceale dei cortei studenteschi dei primi anni 70, con il medesimo entusiasmo, la medesima incoscienza, per cui niente sembra impossibile! Nel pomeriggio ci ha raggiunti la notizia che il decreto era stato rinviato a settembre e forse avrebbe seguito la via dell'archiviazione. Gioia, ma anche diffidenza, perchè questo Governo ci ha ormai abituati a troppi voltafaccia, a troppe accellerazioni improvvise, perchè ci si possa ancora fidare. Sicuramente il decreto è stato rinviato per motivi politici, per convenienze strategiche, per l'opposizione dei magistrati, delle forze di polizia, della Fnsi, ma mi piace pensare che anche il nostro piccolo contributo abbia avuto il suo peso.  Mi è venuta in mente l'immagine di una grande orchestra impegnata nell'esecuzione di un concerto: tanti violini, viole, contrabbassi, arpe, ottoni e un piccolo triangolo che suona una sola unica nota. Ma perchè l'esecuzione sia perfetta è indispensabile che quella sola unica nota venga suonata e venga suonata al momento giusto. Ecco, forse noi siamo solo il piccolo triangolo, ma senza di noi, senza la nostra costanza, il nostro anelito di libertà, la nostra fede incrollabile nei principi della Costituzione, la nostra voglia di resistere sempre e a ogni costo, questa vittoria non ci sarebbe stata."

lunedì 26 luglio 2010

CATENA VIOLA CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO



Il Popolo Viola annuncia la sua presenza in Piazza Montecitorio per i giorni 28 e 29 luglio, quando si terranno le manifestazioni indette dalla CGIL e dalla FNSI rispettivamente contro l’attuale manovra finanziaria e contro la “legge bavaglio”.

È molto importante non far calare l’attenzione su queste importanti tematiche che riguardano la popolazione tutta e sulle quali il governo spera di chiudere la partita appositamente subito prima delle vacanze estive, quando molti italiani sono già partiti per le ferie. “È per questo che è un dovere morale oltre che civico, far sentire la nostra voce” - affermano i Viola - “daremo vita ad una grande mobilitazione di 24 ore a supporto delle migliaia di lavoratori che a causa di questa manovra vedono a rischio il loro posto, così come di magistrati, editori e giornalisti contro una legge che rappresenta solo un ostacolo a tutto il comparto della giustizia, non consentendo di indagare e punire i colpevoli, e nemmeno di renderne noti i fatti senza limiti imposti dal governo”.

Il Popolo Viola si radunerà in Piazza di Montecitorio a partire dalle 22 del 28 luglio e sosterà in piazza fino a tutto il 29, dando vita a varie iniziative. Una delegazione del Popolo Viola Cuneo sarà presente e documenterà con foto e video. Chiunque fosse interessato contatti i referenti all’indirizzo e-mail
ilpopoloviolacuneo@gmail.com
                                                                                                                                   IL POPOLO VIOLA

lunedì 12 luglio 2010

CARTA ETICA

Qui sotto, abbiamo inserito la Carta Etica condivisa attualmente da 42 gruppi locali del Popolo Viola (di tutto il territorio nazionale) tra cui anche dal Popolo Viola Cuneo.

PRINCIPI

Il Popolo Viola riconosce la liberta' di parola/informazione e il rispetto della liberta' di opinione. La mancanza di informazione permette l’affermazione e la perpetuazione di regimi antidemocratici.

Il ruolo primario della libera informazione è fondamentale per il compimento (ed il mantenimento) di tutte le libertà, dei diritti e della democrazia.
Promuovere questa direzione è compito di ogni membro di ogni società.(Art.21 della Costituzione)

Il Movimento rivendica l’assoluta natura pacifica e l’assoluta AUTONOMIA, presente e futura, nei confronti dei partiti politici, associazioni, movimenti o gruppi sociali di qualsiasi genere.
Il Popolo Viola principalmente si riconosce nella Carta Costituzionale e ne difende tutti i principi fondamentali intangibili, nonche’ ne condivide i valori della Resistenza Partigiana antifascista che hanno contribuito a scriverla. 
Il Popolo Viola rifiuta ogni autoritarismo in tutte le sue forme, antiche o nuove, e tutti quei principi di violenza, esclusione, repressione, discriminazione che furono l'emblema del fascismo e che lo stanno, ancora oggi, indirettamente (o meno) legittimando. La resistenza è un esercizio quotidiano.

Il popolo viola crede nel diritto di ogni singolo cittadino di partecipare alle scelte democratiche del proprio paese. Pieno rispetto del suffragio universale. Favorire, informare correttamente e tutelare la partecipazione democratica di ogni cittadino alla politica.

“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (Art.4 della Costituzione)

Il Popolo Viola considera primaria azione di ogni società civile la tutela e a difesa di tutti coloro che, per ragioni economiche, fisiche, sociali, etniche, si trovano in condizioni di svantaggio e minoranza.

Il Popolo Viola rinnega ogni governo autoritario, combatte il razzismo e la recrudescenza razzista da esso introdotta. Il Popolo Viola difende la legalita’ intesa come valore di onesta’, etica e giustizia. 

REGOLAMENTO POPOLO VIOLA

Può aderire al movimento ogni cittadino che si riconosca e aderisca ai valori costituzionali.

Nel caso in cui il Popolo Viola volesse o ritenesse opportuno aderire a manifestazioni o iniziative di uno o più partiti politici lo potrà fare mantenendo la sua identità, ribadendo con forza la scelta apartitica del movimento e specificando le ragioni di tale adesione.

I cittadini e le cittadine che si riconoscono nel Popolo Viola possono riunirsi in gruppi locali, utilizzando gli strumenti che ritengono opportuni per portare avanti e trasformare in azioni concrete le loro idee.

Il nome 'POPOLO VIOLA' non può essere considerato proprietà di alcun soggetto singolo o associativo ed individua l'insieme dei suoi aderenti.

Nessun appartenente al Popolo Viola può attribuire proprie opinioni o dichiarazioni all'insieme del movimento se non esplicitamente condivise. Il Popolo Viola non ha finalità di lucro, non accetta né asseconda chi intenda perseguire al suo interno o utilizzarne il nome allo stesso fine. Il Popolo Viola non discrimina alcun appartenente a formazioni partitiche, associazioni o gruppi, purché il soggetto in questione non utilizzi il movimento come specchio di rifrazione dell’agire politico del suo partito e che le sue idee collidano con i valori presenti nella Carta Etica.

Il Popolo Viola, promuovendo la massima partecipazione di tutti i suoi membri al confronto di idee in tutte le forme possibili, sanziona il turpiloquio, condanna la violenza in ogni sua forma, l'uso di termini offensivi nei confronti degli interlocutori e la diffusione di notizie false e/o diffamatorie.

La Carta Etica puo’ essere sottoscrita da qualsiasi gruppo locale che lo condivida totalmente e potra’ essere modificata solo con l’approvazione dei due terzi dei gruppi e comunque solo in caso di significativi mutamenti sociali che la rendono obsoleta.

Nessun membro del Popolo Viola che sia candidato e/o ricopra incarichi a livello di partito potrà ricoprire incarichi all’interno del movimento, così da non creare spiacevoli situazioni di conflitti d’interessi ed evitare il verificarsi di situazione in cui sia messa in dubbio la totale autonomia e volontà d’azione del movimento.

Ogni singolo aderente al Popolo Viola è libero di aderire a qualsiasi altro gruppo o partito che egli ritenga coerente con i suoi ideali, ma questa appartenenza NON DEVE IN NESSUN MODO risultare influente nell’agire del movimento.

COMUNICAZIONE

Il Popolo Viola è nato sul web, quindi è quello lo strumento privilegiato di contatto e di gestione dei gruppi.
Gli amministratori e i referenti di ogni gruppo hanno il dovere di indicare il loro nome e cognome reali e non essere occultati da un sopranome.

Gli amministratori non hanno alcun particolare potere, hanno il compito di gestire gli strumenti di comunicazione, con un’attenzione particolare alle pagine internet, ai social network, ai link e alle immagini aggiunte dagli utenti, eliminando se necessario pubblicità, propaganda politica e commenti offensivi o inopportuni.

Gli amministratori delle pagine web sono tenuti a fornire risposte, ad accogliere proposte, a informare i cittadini sulle varie iniziative locali, regionali e nazionali.

Potranno essere bandite quelle persone moleste che insisteranno a disturbare, insultare, provocare, che faranno apologia di fascismo o inneggio al razzismo, che nonostante gli avvertimenti degli amministratori della pagina, insisteranno su tali comportamenti senza portare alcun contributo costruttivo al movimento.
Non potranno essere bandite persone per differenze semplicemente partitiche o ideologiche.

Allo scopo di gestire uno o più spazi telematici nazionali i coordinamenti regionali possono costituire un soggetto collegiale nazionale con funzioni analoghe.

GRUPPI E MOVIMENTI

I gruppi del Popolo Viola possono appoggiare, promuovere, aderire e pubblicizzare tutte quelle iniziative che riterranno utili e opportune per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo i problemi che affliggono la nostra società, a patto che non si discostino dall’identità del Popolo Viola definita dalla Carta Etica e dalla Costituzione italiana.

Ogni soggetto, singolo o associato, che partecipa a blog e dibattiti o rilascia dichiarazioni è tenuto a precisare la propria identità e l'eventuale ruolo svolto nel movimento.
I singoli gruppi si organizzano in attività collettive quali riunioni, manifestazioni, iniziative di vario genere, cooperazioni con altre associazioni no profit etc., allo scopo di migliorare la propria società e il proprio paese.

Ogni donna e ogni uomo che partecipi attivamente ad un gruppo ha diritto di esprimere la propria opinione, proporre iniziative e di partecipare mediante voto alle decisioni del gruppo di cui fa parte.

Ogni singolo gruppo è indipendente e autonomo.
È tenuto a seguire unicamente le indicazioni generali della Carta Etica del Popolo Viola e i principi della Costituzione. Ogni gruppo non potra’ avere diritto di veto su altri gruppi.

All’interno dei vari gruppi non potranno esserci figure dominanti con poteri superiori, ma solamente figure quali referenti o portavoce che verranno scelti democraticamente dai partecipanti attivi di ogni singolo gruppo.

Al solo scopo di facilitare i contatti interni e la visibilità verso l'esterno, generare sinergie organizzative e permettere il reciproco scambio di esperienze e conoscenze, gli appartenenti al Popolo Viola costituiscono coordinamenti regionali cui partecipano delegati di tutte le realtà locali.

I coordinamenti regionali possono designare uno o più portavoce incaricati di mantenere i contatti con i mezzi di informazione e/o altre associazioni e gestiscono gli eventuali spazi telematici collettivi regionali.

domenica 4 luglio 2010

IL NO BAVAGLIO DAY RACCONTATO DA CARLA


Dopo giorni di trattative Francesca, Giuseppe ed io abbiamo con entusiasmo deciso di partecipare al No bavaglio day di Piazza Navona a Roma, convinti che fosse importante prendere parte alla manifestazione principale piuttosto che alle tante organizzate nelle varie città italiane, compresa Torino. Probabilmente il nostro piccolo gruppo è stato l’unico del Piemonte ad andare a Roma e quindi ci siamo autoinvestiti anche di questa rappresentanza.
Armati di bandiera (artigianale), di magliette con la scritta “Popolo viola Cuneo”, di palloncini viola e soprattutto di rabbia e sdegno contro questa legge, siamo partiti da Savigliano alla volta di Roma. Tra noi, nonostante ci fossimo incontrati soltanto una volta, è stato subito feeling, accomunati dai medesimi ideali e da idee politiche della medesima area. Così, arrivati a Roma all’alba, di comune accordo abbiamo deciso di visitare la città seguendo un itinerario alternativo: il patheon in cui è sepolto il primo re d’Italia, il Quirinale, Palazzo Madama sede del Senato, Montecitorio sede del Parlamento, Palazzo Chigi sede del Governo, passando per Palazzo Grazioli residenza privata del nostro beneamato (!) Presidente del Consiglio, la sede del Pdl, il Ministero dei Beni culturali (un pensiero a Bondi non poteva mancare!) e le sedi storiche della DC e del PCI, senza tralasciare l’Hotel Raphael di craxiana memoria.
Tutte le sedi istituzionali citate erano ben presidiate dalla polizia (che in alcuni casi ci ha anche invitato a tenerci alla larga, forse perché dal mio zaino spuntava minaccioso un manico di scopa che fungeva da asta per la bandiera!) e assolutamente non visitabili. Questo ha accentuato in me il senso di lontananza delle istituzioni dai cittadini, che in realtà dovrebbero (fatti salvi i requisiti di sicurezza) poter accedere liberamente alle sale in cui si decidono le loro sorti.
Nel pomeriggio i nostri passi (tanti!!!) ci hanno portato a Piazza Navona dove si stavano terminando i lavori di messa a punto del palco e degli impianti audio. Quasi senza che ce ne accorgessimo, la Piazza, prima piena di turisti, ha iniziato a riempirsi di bandiere, di striscioni, di gente imbavagliata e con i postit sul petto. Alle note dell’inno d’Italia e alla lettura dell’art. 21 della Costituzione è iniziata la manifestazione. Gli interventi potete agevolmente leggerli e ascoltarli sul web. Cito soltanto, per la forza e la nettezza delle loro parole, il segretario del Siap (sindacato della polizia) che in rappresentanza anche degli altri sindacati delle forze dell’ordine, ha tuonato con forza contro questa legge sottolineando alcune gravi incoerenze come quella che permetterebbe di piazzare le cimici soltanto nei luoghi in cui si ha certezza che verrà commesso un reato. “Ma se noi sappiamo con certezza che in un determinato luogo si commette un crimine, facciamo irruzione, non mettiamo le cimici!” ha gridato con foga.
Altrettanto vibrante l’intervento di Giuseppe Giulietti di Articolo 21. “La mobilitazione contro la legge della vergogna e dell’oscuramento non dovrà conoscere soste, perché se qualcosa sta accadendo e forse accadrà questo è dovuto alla battaglia delle opposizioni, alla pressione della rete, alle decine di iniziative che si stanno svolgendo in tutta Italia e anche fuori.
La clamorosa censura arrivata dall’Ocse è anche la conseguenza di queste iniziative e della pressione di tutte le principali associazioni che, nel mondo e in e Europa, si occupano di legalità, di contrasto alle mafie e di libertà di informazione”, ha detto e queste parole ci hanno riconfermato nell’importanza di essere lì, nel significato della nostra presenza.
Così anche l’incipit del discorso di Stefano Rodotà: “Cittadine e cittadini, mi rivolgo a voi con questa antica parola che è parola di libertà…” ci ricorda e sottolinea che noi non siamo popolo, massa indistinta di persone, ma individui titolari di diritti, chiamati ad una cittadinanza attiva.
Poi la sorpresa più grande e più gradita: l’arrivo di Roberto Saviano, accolto da una vera ovazione, da un abbraccio caldo di tutta la piazza, tanto da fargli dire che tutti quegli applausi gli tagliavano il fiato! Saviano ha ricordato come questa legge non difenda la privacy dei fidanzatini, ma la privacy del malaffare e ha dato alla manifestazione un orizzonte più ampio, dicendo che lottare affinchè non sia compromessa in Italia la libertà di stampa e la libertà di indagare, lottare per difendere la democrazia in Italia significa non permettere che possa essere compromessa in Europa e nelle altre parti del Mondo. Ritornando al panorama nazionale ha detto di avere la sensazione che questa legge porti l’Italia a essere divisa non tra gli schieramenti politici, ma tra banditi e persone per bene. Non bisogna però cedere alla tentazione comune di dire che è “tutto una chiavica”, tutto uno schifo, ma resistere per permettere di raccontare e continuare a sognare un’Italia diversa perché, come diceva Danilo Dolci: “ciascuno cresce solo se sognato”.
E con questo sogno nel cuore siamo ritornati in quel di Cuneo, con la netta sensazione di vivere in un angolo davvero angusto e periferico. Non lasceremo però che il fuoco acceso da questa manifestazione si spenga in fretta.

sabato 3 luglio 2010

1° LUGLIO 2010 _NO BAVAGLIO DAY


Mercoledì 30 Giugno 2010, una piccola delegazione del Popolo Viola Cuneo è partita da Torino per recarsi a Roma. Tale piccola rappresentanza, formata dai tre referenti del gruppo locale (Carla, Giuseppe e Francesca), ha iniziato il viaggio con lo zaino sulle spalle ben fornito di gadgets (bandiere, bavagli, t-shirt e palloncini). La partenza da Roma era prevista per le 21.50 circa. Carla, Francesca e Giuseppe hanno incominciato a conoscersi, intessendo discorsi sulla vita, il senso della vita, l’amore, i rapporti, la politica. Tre persone diverse per esperienze e per età hanno trovato idee e speranze comuni. Arrivati alle 6.00 alla stazione di Roma Termini, i tre audaci avventurieri hanno deciso, avendo a disposizione un lauto tempo prima della manifestazione, di compiere un percorso politico in grado di guardare le strade, i palazzi ed i monumenti con uno sguardo rivolto alla storia politica degli ultimi anni.


Prendendo la metropolitana, si sono diretti al Quirinale, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica e simbolo dell’Unità d’Italia. Altri due palazzi che tracciano la democrazia nel nostro paese, sinonimi di dialogo, di discussione e di confronto, sono Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio. I rappresentanti politici si ritrovano in quei luoghi a disquisire sulle leggi. Hanno il potere legittimato, in quelle stanze, di cambiare gli assetti istituzionali e di modificare le nostre esistenze e quello dei nostri figli. A prova di quanto detto, sappiamo tutti quanto l’aspetto lavorativo, culturale, assistenziale, sociale, della giustizia incidano sulle nostre azioni quotidiane e sul nostro grado di ben-essere o mal-essere.
Un’altra tappa è stata Palazzo Grazioli, ossia la dimora privata del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. All’interno della maestosa abitazione, il nostro Presidente compie pratiche intime e riflette sulle sorti del nostro paese.
Il passato ha prodotto l’attuale presente e capire le ragioni che ci hanno condotto hic et nunc è necessario per poter produrre cambiamenti significativi laddove sia indispensabile. I tre partiti che hanno segnato la storia italiana sono la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano. Dei primi due sono state osservate le sedi storiche nelle storiche vie: “Via delle Botteghe Oscure”  e “Piazza del Gesù”. Carla, Giuseppe e Francesca hanno deciso di vedere con i propri occhi l’Hotel Raphael. Lì alcuni manifestanti avevano gettato delle monetine addosso a Craxi, urlando con concitato fervore una parola ripetuta per centinaia di volte: “LADRO!”.
I tre referenti del PVC si sono fermati alla sede dell’attuale partito di maggioranza “Il Popolo Delle Libertà”. Sopra l’uscio compare scritto “BENVENUTI”, a caratteri cubitali.
Alle 17.00 circa ha avuto inizio la manifestazione “NO BAVAGLIO DAY”, indetta dalla FNSI e promossa da decine di Associazioni (l’Arci, Libera, l’Anpi, le Agende Rosse, etc.) e dal Popolo Viola. Hanno anche aderito alcuni partiti dell’opposizione, come il PD, L’idv, Sinistra e Libertà, Il Partito Comunista e Movimento Cinque Stelle.  La manifestazione è stata voluta per riappropriarsi della Costituzione come strumento di libertà (Rodotà) e gridare il proprio dissenso nei confronti della Legge sulle Intercettazioni che nega il diritto all’informazione e alla Giustizia (diritti costituzionalmente protetti e garantiti). Tutte le migliaia di persone presenti hanno intonato le parole dell’inno d’italia, fieri di essere e sentirsi in quel momento italiani in patria. I tre cuneesi, ormai stravolti dalla stanchezza, si sono commossi ascoltando le parole di coloro che sono intervenuti sul palco, come la sorella di Stefano Cucchi, Stefano Rodotà, Curzio Maltese, Flavio Fammoni, Claudio Giardullo e...Roberto Saviano! 
Un’ovazione ha accolto Roberto Saviano. Persone con le lacrime agli occhi hanno esplicitato la propria riconoscenza e gratitudine a Roberto producendo un caldo suono con le mani. “Roberto! Roberto! Roberto!” e “Sei un grande!” e tanti applausi. Saviano ha detto: “Grazie a tutti. Tutti questi applausi mi tagliano il fiato. Raccontare quello che sta accadendo diventa sempre più difficile...ci viene raccontato che questa legge proteggerà la privacy..compromettere la privacy vuol dire compromettere tutto il resto. Questa legge non tutela la privacy...questa legge ha lo scopo di impedire di conoscere quello che sta accadendo...proteggere la privacy degli affari, dei malaffari! Non permettiamo di far passare queste cose come naturali, non è pensabile. Questa legge non avrebbe permesso a molti di raccontare gli affari che riguardano l’imprenditoria criminale. Ci stanno spingendo a dire “tanto tutto è uno schifo”. Questo non bisogna pensarlo! Resistere oggi vuol dire permettere di raccontare. Parlare al cuore delle persone. Resistere ad una grande immagine: sognare un paese diverso. L’Italia può crescere solo se iniziamo a sognarla. Ho parlato già troppo, grazie!”. Tale discorso ha aumentato speranze e disegnato una bozza di un’Italia diversa, un’Italia democratica. Sentirsi cittadini vuol dire sentirsi parte del cambiamento. Il 1° Luglio a Roma, Carla, Francesca e Giuseppe si sono sentiti proprio così: Cittadini consapevoli ed attivi!

domenica 27 giugno 2010

VERBALE DELLA RIUNIONE

In data 24 Giugno 2010 è stata indetta la II seconda assemblea del Popolo Viola Cuneo, iniziata alle ore 18.40 e conclusa alle 20.15. La referente Francesca Longobardi essendo rimasta da sola nella gestione del movimento locale ha ritenuto necessario chiedere la collaborazione di nuove forze capaci di far crescere il gruppo. I simpatizzanti (circa 320 persone) sono venuti a conoscenza dell’evento alcuni giorni prima e, forse, non hanno avuto il tempo di organizzarsi per partecipare alla riunione del PVC. Nel luogo del ritrovo, la stazione di Cuneo, si sono ritrovati Giuseppe Priola, Carla Quaranta e la sottoscritta. Immediatamente, i due nuovi subentrati nella gestione del movimento si sono resi disponibili a rendersi attivi. Altri due convinti democratici (Meggy Martini e Alex Ebbasta) avevano comunicato il loro interesse a voler essere presenti alla riunione. Qualche contrattempo non ha reso possibile la loro presenza. Avranno sicuramente la possibilità ed il tempo per farsi conoscere.
Le considerazioni fatte sono state le seguenti:
1) NO BAVAGLIO DAY. Non avendo ricevuto grandi adesioni alla mobilitazione per Roma, si è pensato di cercare eventuali contatti con associazioni o partiti per recarsi nel luogo della manifestazione con loro, rimanendo indipendenti. CGIL e PD non hanno organizzato la trasferta. Non rimane che spostarsi autonomamente. I treni, però, da una prima osservazione del sito Trenitalia risultano scomodi ed il costo pare oneroso.
2) Fare delle magliette de IL POPOLO VIOLA CUNEO e distribuirle in alcuni eventi aggregativi (come al Nuvolari). Alla Sintra di Fossano, per 30 magliette (di taglie diverse) hanno chiesto circa 150 euro più IVA. Noi tre divideremo (i partecipanti)i costi e se qualcuno volesse aggiungersi sarà accolto con entusiasmo. Serve, inoltre, della manodopera gratuita per distribuire le t-shirt.
3) Dopo essere andati a Roma (o al massimo al sit-in di Torino), verrà elaborato uno pseudo Diario di Bordo e reso pubblico in alcuni giornali locali (Cuneo, Fossano, Racconigi, Verzuolo, etc.).
4) LIBERTÀ & GIUSTIZIA. Inizierà la collaborazione con la celebre ed illustre Associazione, in particolare con il circolo di Cuneo. Il referente Marco mi ha illustrato le future iniziative. La prima sarà il 30 Giugno 2010 a Cuneo. Saremo presenti e spero che lo sarete anche voi.
5) Giuseppe e Carla sono diventati amministratori della pagina e collaboratori del Blog. Per qualsiasi cosa, potrete rivolgervi anche a loro.
Sono felice di aver conosciuto persone consapevoli del vuoto democratico a cui stiamo assistendo e cittadini onesti che vogliono mettersi in prima linea (se pur con legittima cautela e pudore) come agenti del cambiamento. Grazie di cuore!

venerdì 18 giugno 2010

II ASSEMBLEA DE IL POPOLO VIOLA CUNEO

Giovedì 24 Giugno, davanti alla stazione di Cuneo (l'ora è in via di definizione), ci sarà l'incontro degli attivisti. Andremo a parlare, una volta riuniti tutti, in un posto tranquillo e confortevole per discutere le sorti della nostra Provincia. L'ordine del giorno è cercare di trovare delle soluzioni rapide per mobilitare più persone possibili alla Manifestazione NO BAVAGLIO DAY del 1° Luglio 2010 a Roma.

Per maggiori dettagli, consultare l'AREA DISCUSSIONI della pagina facebook del gruppo ('IL POPOLO VIOLA CUNEO).
Vi aspetto numerosi!

 
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