Noi Viol@, ponendoci come attori critici della politica, dobbiamo con essa dialogare, interrogandola e sollevando questioni scomode, celate, mai affrontate! Noi Viol@ ci proponiamo di essere miti, di lasciare, cioè, che l'Altro sia quel che è. Noi non siamo nè arroganti, nè remissivi, nè bonari! Crediamo in una democrazia creata dal dubbio delle rispettive credenze, dal dialogo e dal confronto quotidiano. Noi crediamo in una democrazia fatta da una politica sana, pulita, giusta, equa. Noi crediamo nelle persone ed in noi stessi. Noi crediamo in un paese senza privilegi, caste, giri. Noi crediamo in una politica fatta dal basso, con sudore, stento, sacrifici, ideologie e lotte pacifiche.
Il Popolo Viola è un movimento socio-politico-culturale, in quanto si pone l’obiettivo di cambiare la realtà sociale, politica e culturale della nostra Italia, attraverso azioni pacifiche (dette viol@azioni) che siano in grado di porre l’attenzione dell’opinione pubblica su eventi di interesse collettivo, censurati o trascurati dall’informazione fornita dai mass-media. Il Popolo Viola esige il rispetto sostanziale delle disposizioni costituzionali, affinché si lavori per creare una forma di governo democratica (fondata, cioè, sul potere di tutti). Il Popolo Viola ha una propria visione di Giustizia (giustizia relativa) che riconosce l’esistenza di altre forme di Giustizia. Promuove un dialogo rispettoso con le varie parti sociali della società in modo che si tenda verso una Giustizia Assoluta. La Giustizia, in quanto tale, presuppone una legge.
In particolare, fanno parte del POPOLO VIOLA CUNEO i cittadini della provincia di Cuneo che si sentono Viol@ nell’animo.
Mercoledì 30 Giugno 2010, una piccola delegazione del Popolo Viola Cuneo è partita da Torino per recarsi a Roma. Tale piccola rappresentanza, formata dai tre referenti del gruppo locale (Carla, Giuseppe e Francesca), ha iniziato il viaggio con lo zaino sulle spalle ben fornito di gadgets (bandiere, bavagli, t-shirt e palloncini). La partenza da Roma era prevista per le 21.50 circa. Carla, Francesca e Giuseppe hanno incominciato a conoscersi, intessendo discorsi sulla vita, il senso della vita, l’amore, i rapporti, la politica. Tre persone diverse per esperienze e per età hanno trovato idee e speranze comuni. Arrivati alle 6.00 alla stazione di Roma Termini, i tre audaci avventurieri hanno deciso, avendo a disposizione un lauto tempo prima della manifestazione, di compiere un percorso politico in grado di guardare le strade, i palazzi ed i monumenti con uno sguardo rivolto alla storia politica degli ultimi anni.
Prendendo la metropolitana, si sono diretti al Quirinale, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica e simbolo dell’Unità d’Italia. Altri due palazzi che tracciano la democrazia nel nostro paese, sinonimi di dialogo, di discussione e di confronto, sono Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio. I rappresentanti politici si ritrovano in quei luoghi a disquisire sulle leggi. Hanno il potere legittimato, in quelle stanze, di cambiare gli assetti istituzionali e di modificare le nostre esistenze e quello dei nostri figli. A prova di quanto detto, sappiamo tutti quanto l’aspetto lavorativo, culturale, assistenziale, sociale, della giustizia incidano sulle nostre azioni quotidiane e sul nostro grado di ben-essere o mal-essere.
Un’altra tappa è stata Palazzo Grazioli, ossia la dimora privata del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. All’interno della maestosa abitazione, il nostro Presidente compie pratiche intime e riflette sulle sorti del nostro paese.
Il passato ha prodotto l’attuale presente e capire le ragioni che ci hanno condotto hic et nunc è necessario per poter produrre cambiamenti significativi laddove sia indispensabile. I tre partiti che hanno segnato la storia italiana sono la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano. Dei primi due sono state osservate le sedi storiche nelle storiche vie: “Via delle Botteghe Oscure” e “Piazza del Gesù”. Carla, Giuseppe e Francesca hanno deciso di vedere con i propri occhi l’Hotel Raphael. Lì alcuni manifestanti avevano gettato delle monetine addosso a Craxi, urlando con concitato fervore una parola ripetuta per centinaia di volte: “LADRO!”.
I tre referenti del PVC si sono fermati alla sede dell’attuale partito di maggioranza “Il Popolo Delle Libertà”. Sopra l’uscio compare scritto “BENVENUTI”, a caratteri cubitali.
Alle 17.00 circa ha avuto inizio la manifestazione “NO BAVAGLIO DAY”, indetta dalla FNSI e promossa da decine di Associazioni (l’Arci, Libera, l’Anpi, le Agende Rosse, etc.) e dal Popolo Viola. Hanno anche aderito alcuni partiti dell’opposizione, come il PD, L’idv, Sinistra e Libertà, Il Partito Comunista e Movimento Cinque Stelle. La manifestazione è stata voluta per riappropriarsi della Costituzione come strumento di libertà (Rodotà) e gridare il proprio dissenso nei confronti della Legge sulle Intercettazioni che nega il diritto all’informazione e alla Giustizia (diritti costituzionalmente protetti e garantiti). Tutte le migliaia di persone presenti hanno intonato le parole dell’inno d’italia, fieri di essere e sentirsi in quel momento italiani in patria. I tre cuneesi, ormai stravolti dalla stanchezza, si sono commossi ascoltando le parole di coloro che sono intervenuti sul palco, come la sorella di Stefano Cucchi, Stefano Rodotà, Curzio Maltese, Flavio Fammoni, Claudio Giardullo e...Roberto Saviano!
Un’ovazione ha accolto Roberto Saviano. Persone con le lacrime agli occhi hanno esplicitato la propria riconoscenza e gratitudine a Roberto producendo un caldo suono con le mani. “Roberto! Roberto! Roberto!” e “Sei un grande!” e tanti applausi. Saviano ha detto: “Grazie a tutti. Tutti questi applausi mi tagliano il fiato. Raccontare quello che sta accadendo diventa sempre più difficile...ci viene raccontato che questa legge proteggerà la privacy..compromettere la privacy vuol dire compromettere tutto il resto. Questa legge non tutela la privacy...questa legge ha lo scopo di impedire di conoscere quello che sta accadendo...proteggere la privacy degli affari, dei malaffari! Non permettiamo di far passare queste cose come naturali, non è pensabile. Questa legge non avrebbe permesso a molti di raccontare gli affari che riguardano l’imprenditoria criminale. Ci stanno spingendo a dire “tanto tutto è uno schifo”. Questo non bisogna pensarlo! Resistere oggi vuol dire permettere di raccontare. Parlare al cuore delle persone. Resistere ad una grande immagine: sognare un paese diverso. L’Italia può crescere solo se iniziamo a sognarla. Ho parlato già troppo, grazie!”. Tale discorso ha aumentato speranze e disegnato una bozza di un’Italia diversa, un’Italia democratica. Sentirsi cittadini vuol dire sentirsi parte del cambiamento. Il 1° Luglio a Roma, Carla, Francesca e Giuseppe si sono sentiti proprio così: Cittadini consapevoli ed attivi!
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